Dov'è il bello di esser catechista?

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Il racconto


Mi piace tenere nel cuore le parole di Papa Francesco quando, parlando ai catechisti nel 2013, disse: 
“Catechista è una vocazione: “essere catechista” questa è la vocazione, non lavorare da catechista. Badate bene, non ho detto “fare” i catechisti, ma “esserlo” perché coinvolge la vita. Non è un titolo, è un atteggiamento: stare alla presenza del Signore, lasciarsi guardare da Lui. E più ti unisci a Lui, più Lui diventa il centro della tua vita, più ti fa uscire da te stesso, ti decentra e ti apre agli altri. È il dinamismo dell’amore, è il movimento di Dio stesso. Perché il catechista è cosciente di aver ricevuto un dono, il dono della fede e lo dà in dono agli atri”
Poche parole che, nella saggezza del nostro amato Papa, racchiudono tutto il bello di ESSERE catechista.
Sorridevo nel cercare su Google queste parole del Papa perché nel frattempo, durante la ricerca, apparivano frasi come: “Quanto guadagna un catechista?” e questo a volte ce lo chiedono anche i bambini!! 
Ci chiamano maestre o maestri anche se noi cerchiamo di stare attenti alle parole: “durante l’incontro” – diciamo – non durante la lezione.. “nelle nostre salette”, non nelle classi.. “il nostro sussidio”, non il nostro libro. Perché non siamo a scuola, siamo in cammino con Gesù.
Il catechista è un “servo inutile” (senza utile/stipendio) che segue la vocazione, quindi la chiamata che sente nel suo cuore ad essere eco di una Parola che lo ha raggiunto e catturato, quella Parola vivente che un giorno - e anche oggi - chiede: “Che cosa cercate?” e che anche dice: “Seguimi!”. 
Cosa guadagna un catechista? Un catechista si arricchisce tanto, nel cuore, di fede accresciuta, di relazioni nutrienti, di esperienze uniche.
Posso personalmente affermare che il bello è viverlo ma, dovendolo raccontare, direi così:
abbiamo l’onore di poter entrare in contatto con la vita delle famiglie che, per un dono di Grazia non da poco, ancora chiedono per i loro figli un cammino di fede. Il cammino fatto coi più piccoli cerca di raggiungere e coinvolgere anche i genitori e questa è prima di tutto un’occasione di crescita per noi stessi. Li conduciamo nel cammino ma noi per primi abbiamo bisogno di essere accompagnati da loro a scoprire la preziosa realtà familiare, prima cellula della fede, con tutte le difficoltà del tempo presente. Le relazioni che si instaurano con questo stile, il più possibile accogliente e scevro di giudizi, creano davvero legami sinceri.
Seguiamo le tracce di un cammino proposto dalla Diocesi di Milano ricco di spunti, creatività, immersioni, modalità diversificate che - arricchite liberamente dalla nostra inventiva - ci permettono di fare piacevoli esperienze con i bimbi a noi affidati, piccole vite in costruzione, che con la loro genuinità sanno, tra l’altro, sempre stupirci. Attraverso i passi compiuti con loro ci troviamo ad interrogare sempre il nostro cuore e a rimetterci in discussione davanti al Signore che ci fa strada.
Scopriamo la parte bella della fatica di inserirci in un’esperienza di Chiesa, in particolare sia delle nostre Parrocchie di Arcisate e Brenno, sia del nostro Decanato della Valceresio, dove la parte bella è mettersi in ascolto delle altre esperienze, trovare il ritmo per andare tutti allo stesso passo, senza disgregarsi, sostenendoci con proposte e condivisioni e creando una buona rete tra noi che ci faccia avvertire come possibile una strada comune, comunitaria.
Il catechista è una persona privilegiata, che dal suo punto di vista può assistere alla crescita del germoglio a partire dal seme del Battesimo di ciascuno, che sentendo l’urgenza di restituire l’annuncio sente anche il soffio dello Spirito rendere piena la gioia, che trova i segni della presenza di Dio nelle pieghe della realtà di tutti i giorni, anche quelle più lontane. Non è Bellezza questa?
Se per caso, o meglio per Grazia, anche tu senti smuovere nel cuore il desiderio di metterti in cammino, se senti che potresti metterti a servizio e a disposizione della Parrocchia e ti stai chiedendo: “Sarò adeguato?” Sei battezzato, quindi missionario! 

La Franci 
 

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